Orario: Lun - Ven 10.00 - 14.00

Torchiara

Il Borgo particolarmente suggestivo per i suoi centri storici ben conservati è uno dei più belli di tutto il Cilento. La bellezza dell’abitato di Torchiara è frutto della contemporanea presenza di elementi di diversa natura, combinati tra loro: dalla morfologia selvaggia e accidentata dei luoghi, al paesaggio naturale variegato, dalla conformazione dei tessuti urbani storici di fondazione alto – medievale al fenomeno del l’incastellamento di epoca Longobarda fino alla formazione delle tipologie edilizie tradizionali comprendenti sia l’architettura rurale minore che gli edifici nobiliari e gentilizi, abbelliti con elementi artistici e decorativi di pregio. Posta in posizione collinare, a circa 350 metri di altitudine sul livello del mare, Torchiara domina il golfo di Agropoli, una delle aree di maggior richiamo turistico dell’intero Cilento, nel cuore della provincia di Salerno. Il Comune ha poco meno di 2 mila abitanti. Il nome deriverebbe da “Turris Clara“, cioè “l’illustre tra le torri” o “Turribus Clara” “famosa per le sue Torri” a testimonianza della presenza di numerose Torri (parte della cinta muraria medievale) Muoversi tra queste strade e questi vicoli significa farsi catturare dalla bellezza di una terra che ama lasciarsi scoprire, e che va affermandosi sempre più come destinazione turistica di qualità. Torchiara dal punto di vista storico è stata determinante per il suo contributo ai moti insurrezionali contro il potere monarchico per creare l’Unità d’Italia, tanto da essere definita “covo dell’insurrezione” nel 1848. Torchiara ebbe un notevole e prestigioso ruolo amministrativo nel Cilento.

ARTE E CULTURA

Numerose le bellezze custodite dal sito: il borgo antico, con il muro di cinta della Villa comunale Pavone, che costeggia la strada d’ingresso; la Piazza Torre, con la maestosa torre; il Palazzo De Conciliis, la Piazza di Sant’Antuono, che ospita la lapide che ricorda l’epoca gloriosa dell’universale rigenerazione; i casali della campagna con le torri angolari; la Chiesa del SS. Salvatore, posta a guardia della città e che custodisce alcuni tesori d’arte tra cui il polittico della “Trasfigurazione”; la Chiesa di San Berardino, con all’interno l’olio su tavola “Redentore tra i santi Bernardino ed AntonioAbate”; il Palazzo Baronale; i palazzi gentilizi delle famiglie Siniscalchi, Torre, Mangone, Albini, Visco e De Feo, la Chiesa di Santa Barbara.

ITINERARIO STORICO – ARTISTICO

Centro storico Torchiara – Palazzo baronale De Conciliis

Dal centro storico di Torchiara, in particolare dalla sede del Comune, costeggiando il muro di cinta della Villa Comunale “Amleto Pavone”, sulla destra si può ammirare Palazzo Pavone, elegante fabbricato edificato nella seconda metà del Settecento. Il palazzo nel periodo fascista fu sede della “Casa del Fascio” e del carcere locale. Procedendo verso ovest, dopo pochi metri si incontra il palazzo Torre, con la grande torre centrale quadrangolare che ingloba probabilmente i resti di una delle antiche sette torri cittadine (dell’impianto originario non rimane nulla perché il palazzo è stato ricostruito nel XIX sec.). Accanto a palazzo Torre è ubicata la casa che quasi certamente fu del patriota Giovan Battista Riccio, all’interno della quale si conserva ancora una bella scala decorata con archetti pensili. Dalla piazza Torre addentrandosi nel centro antico, quasi all’imbocco della Via del Salvatore, si notano due portali di pregevole fattura, elementi architettonici che confermano l’ubicazione in questo sito di un antico palazzo gentilizio, storicamente appartenente alla famiglia Pavone. Continuando a percorrere via del Salvatore si notano altri portali in pietra finemente decorati ed intagliati. Camminando sulla sinistra si può ammirare il palazzo Bilotti, dimora gentilizia sette-ottocentesca. Scendendo ancora lungo la stradina, si incontra la Chiesa del SS. Salvatore, situata su un’altura da cui si gode di un ampio panorama che domina la vallata sottostante Si vuole che l’originaria fondazione risalga a circa 900 anni fa. Nei secoli, la struttura ha subito più di un rimaneggiamento, anche a seguito dei terremoti del 1857 e del 1980. La facciata ha linee semplici che culminano con un timpano triangolare. Il campanile, addossato all’abside, ha pianta quadrangolare e si sviluppa su quattro livelli. L’interno della chiesa presenta una navata centrale e due navate laterali. Lungo di queste si aprono diverse nicchie, dentro le quali sono conservate statue e busti risalente ai secoli diciassettesimo e diciottesimo. Oggi il Santissimo Salvatore continua a essere chiesa parrocchiale del paese ed è affidata ai frati minori francescani. Dalla Chiese del Salvatore scendendo per dei sentieri rurali, si giunge alla Chiesetta della Madonna delle Grazie. A ridosso della Chiesa Palazzo Visco (XIX sec.). proseguendo lungo la strada provinciale che porta alla costa, dopo poco, quasi in aperta campagna, si incontra Torre Mangone, uno degli edifici più noti, costruzione sei – settecentesca che presenta la struttura tipica dei fortini di difesa con due torri angolari di vedetta, successivamente usate come colombaie. Tornati sul percorso principale, dalla Chiesa della Madonna delle Grazie si scende verso la contrada “Vappiani” dove, poco dopo, si incontra la Chiesa di San Bernardino di origine quattrocentesca. Proseguendo tra antiche case rurali e folti uliveti, si incontra il palazzo Riccio (XVIII sec.) Proseguendo lungo la stessa strada si incontra il palazzo baronale De Conciliis. Situato a metà strada tra Torchiara e la frazione Copersito L’edificio risale al Cinquecento ed appartenne ai baroni de Conciliis ,che ebbero a lungo la signoria su queste terre. Presenta una struttura quadrangolare con cortile interno, arricchita da due torri: una quadrata, l’altra – una volta adibita a luogo di prigionia – di forma circolare. La corte e molte delle camere presentano importanti decorazioni in ceramica. Il grande salone al primo piano dell’edificio è ornato da affreschi e da un sontuoso soffitto a cassettoni decorato. Nel 1980, per volontà del barone Nicola, palazzo de Conciliis fu donato al Comune di Torchiara, con l’obbligo per quest’ultimo di restaurare la struttura e di destinarla ad attività culturali e sociali.

Copersito

La frazione Copersito è stata residenza di alcune delle più note famiglie locali che qui decisero di edificare le proprie dimore. Si incontra subito Palazzo De Vita , poco dopo si giunge alla piazza del sagrato della Chiesa di Santa Barbara, protettrice e patrona del borgo. In alto, sulla sinistra rispetto alla Chiesa si staglia l’imponente Palazzo De Feo (XIX sec.). verso l’estremità orientale del paese incontriamo Palazzo Mangone di Copersito con annesso oratorio privato e una bellissima colombaia di recente restaurata. Di fronte a palazzo Mangone, il palazzo Siniscalchi risalente alla metà del XVII sec. Superati i palazzi Mongone e Siniscalchi ci si trova di fronte palazzo Albii XVIII sec.

Prodotti tipici e Turismo

Inoltre, la vallata torchiarese è punteggiata di “pascolare”, antichi casali in cui venivano messi ad essiccare i fichi. Particolarmente ricche a Torchiara anche le produzioni tipiche di qualità, fichi del Cilento DOP, Olio extravergine di oliva DOP “Cilento”, Vino Cilento DOP.

EVENTI

16 Gennaio
Tradizionale focara di S.Antuono
Concerto di ciaramelle
17 Gennaio
Antica processione di S. Antuono
Benedizione del pane e degli animali
Luglio-Agosto
Solstizio d’Estate
Concerti, Mostre, Teatro, Danza, Gastronomia, Folklore
Seconda Domenica di Luglio
Festa Patronale “Santa Barbara”.
5 e 6 Agosto
Festa Patronale SS. Salvatore

Personaggi illustri

Sabato Visco (Torchiara, 1888 – Roma, 1971) – fisiologo e politico italiano. Come direttore dell’Istituto di Fisiologia Generale dell’Università di Roma, oltre che direttore dell’Istituto Nazionale di Biologia presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, fu tra i firmatari del Manifesto della razza.

Andrea Torre (Torchiara, 5 aprile 1866 – Roma, 27 marzo 1940) – giornalista, deputato e senatore del regno, ministro della pubblica istruzione nei governi Nitti I (14 marzo – 22 maggio 1920) e Nitti II. È rimasta famosa la sua intervista a Antonio Labriola (“Tripoli, il socialismo e l’espansione coloniale. Giudizi di un socialista”, in Giornale d’Italia, 13 aprile 1902; l’intervista è ristampata in A. Labriola, Scritti politici, Laterza, Bari 1970, pp. 491-499).

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