Orario: Lun - Ven 10.00 - 14.00

Rutino

L’antica borgata è disposta longitudinalmente sul crinale di una collina ed ha la peculiarità di essere baciata dal sole dall’alba al tramonto. Il paesaggio dominante è la collina nella sua bellezza selvaggia. Gli abitanti come spesso accade nei borghi del Cilento non arrivano a 1000. A nord – est si osserva il fiume Alento le cui acque oggi sono convogliate nella diga. Siamo ad un’altitudine di 371 metri sul livello del mare. Sul lato ovest lo spettacolo dell’imponente castello di Rocca Cilento, nel Comune di Lustra. A sud contempla il Monte della Stella che s’innalza dolcemente al cielo, mentre sulla dorsale parallela è affiancato dal vicino comune di Lustra. Il comparire del suo nome per la prima volta nel 954, ne testimonia l’antica origine e dovrebbe essere collegato all’etimologia greca che lo vedrebbe nascere da “generatore di rose”, in sintonia con l’immagine degli spettacolari tappeti di rose che caratterizzavano Paestum. Il villaggio, perciò, potrebbe essere stato creato da coloni greci. Altri lo vedono ricollegarsi “località agreste”.

ARTE E CULTURA

Centro Storico

La passeggiata nel centro storico regala piacevoli testimonianze della vetustà del luogo: la Chiesa di San Michele Arcangelo, il palazzo Lombardi, il palazzo Lombardi – Rinaldi – Moschillo, il palazzo Miglino già De Agostino, i palazzi Magnoni. Lungo la via Roma scopriamo “la Colombaia” di ottima fattura, per qualcuno di stile “arabesco” con di fronte l’antico palazzo Cuoco.

Fontana di San Matteo

A circa 1 km dal centro abitato la Fontana di San Matteo che secondo testi e tradizioni orali rievoca il noto episodio della traslazione. Come noto le spoglie arrivarono nel Cilento a Velia intorno al V secolo e l’ seguirono varie tappe. Durante il trasferimento a Capaccio, voluto dal vescovo di Paestum, pare che, avendo i portatori delle sacre reliquie manifestato il desiderio di dissetarsi, “superata l’erta salita di Rutino” miracolosamente videro sgorgare una fonte.

La Chiesa di San Michele Arcangelo e l’emozione del Volo dell’Angelo

Della consacrazione a San Michele Arcangelo si trova traccia già nel 1567. Una pietra della muratura esterna riporta una data ancora più antica, il 1421. Le pitturazioni rinvenute nella Cripta fatto datare la sue edificazione prima dell’anno Mille. Le notizie sul culto e sulla devozione a San Michele risalgono invece al 1866: un foglio datato elenca gli oggetti d’oro e d’argento e di altro metallo placcato di pertinenza del santo: una Lancia, un Elmo d’argento con tre penne delle quali due dorate, una Corazza e un Gonnellino rosso gallonato in oro. Questi oggetti fanno parte del corredo che oggi indossano i protagonisti durante la rappresentazione sacra che vede grandissima partecipazione degli abitanti del luogo e di tutti i cilentani che rievoca la lotta di San Michele con Lucifero, e dunque la lotta ancestrale tra il Bene ed il Male. Ogni anno a Rutino, la seconda domenica di maggio l’Arcangelo Michele si trasforma in Angelo. La scelta dell’Angelo viene fatta attraverso la selezione di alcuni fanciulli maschi, tenendo conto di alcuni parametri come il peso che non deve superare i quaranta Kg e l voce che deve essere acuta e melodiosa. Il fanciullo abbigliato con una sottoveste bianca ricamata, un vestitino azzurro bordato con ricami di fili d’oro e sul petto ricamata una bilancia, simbolo di giustizia, oltre alla scritta: Quis ut Deus, due calzamaglie con strisce azzurre, le ali, un paio di sandali bianchi, la bionda parrucca ricciuta, l’Elmo col sottogola e uno scudo legato al braccio sinistro, assicurato ad una corda tesa all’altezza di dieci metri circa che attraversa da una parte all’altra la piazza del viene lasciato scorrere per mezzo di una carrucola fino a giungere in prossimità del Diavolo. Nella piazza l’Angelo affronta l’acerrimo nemico e dopo un simbolico duello lo sconfigge facendolo stramazzare al suolo. Il dialogo interpretato è adattato dal dramma “Il Paradiso Perduto” di J. Milton a cui s’ispira la tradizione popolare. La tradizione popolare racconta che nessun piccolo Angelo abbia mai provato timore, pur volando ad un’altezza di 10 metri circa.

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